Riceviamo e volentieri diffondiamo questo appello del Comitato Abilitati classe A061 (Storia dell’Arte) indirizzato

al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Istruzione, al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, agli Uffici Scolastici Regionali e ai relativi Uffici Scolastici Provinciali

 “La cultura è la carta di identità di un popolo, la cultura e la bellezza saranno la chiave della salvezza del nostro futuro”. Con queste parole il Premier Matteo Renzi ha salutato gli 85 ministri della cultura intervenuti da tutto il mondo all’EXPO il 30 luglio scorso. Richiamando queste parole di augurio e speranza abbiamo deciso di aprire il documento ufficiale con il quale noi, centinaia e centinaia di professionisti della cultura e della bellezza, docenti che insegnano l’evoluzione del linguaggio delle forme e degli stili, chiediamo di vedere realizzato finalmente il punto cardine in virtù del quale queste parole possano trasformarsi in fatti, vale a dire in un rinnovato e più importante ruolo da affidare all’educazione e all’insegnamento dell’Arte e della Cultura nel nostro paese.

Della valorizzazione della Storia dell’Arte in ogni scuola italiana si è parlato molto, e rinnovate speranze si sono riaccese a

seguito delle dichiarazioni del Premier e del Ministro Giannini circa il ruolo fondamentale che la materia avrebbe avuto nel nuovo sistema scolastico previsto dalla Riforma. Nonostante ciò, nella legge 107/05, non appare nessun reintegro della materia negli istituti scolastici, lasciando tutto a un probabile e possibile, comunque aleatorio, potenziamento operato a scelta e discrezione dei Dirigenti scolastici. Ma quanti nelle nostre istituzioni scolastiche hanno la reale percezione dell’importanza e della necessità di questa materia per lo sviluppo del nostro paese? Purtroppo non è di molto tempo addietro la celebre dichiarazione di un ministro che decretò: “con la cultura non si mangia” e probabilmente questa era ed è la percezione generalizzata di una parte considerevole dell’opinione pubblica. È proprio questa erronea convinzione a dover essere modificata e cancellata.

Ciò può avvenire solo ed esclusivamente attraverso una capillare, seria e corposa educazione all’Arte e alla Cultura. Un’educazione che, ben lungi dal richiamare astratti e idealistici principi di bellezza, spinga ad interpretare e intendere l’espressone artistica come genius loci, come tratto distintivo di un luogo e di una comunità, come risorsa morale, sociale ed economica sulla quale si può e si deve incardinare il rilancio del nostro Paese.

La straordinarietà del nostro patrimonio artistico e le sue enormi potenzialità non sembrano mai essere state comprese appieno nei nostri ordinamenti scolastici, dove la Storia dell’Arte ha da sempre rivestito un ruolo quasi marginale, secondario e i suoi docenti sono stati e sono considerati figli di un dio minore. In virtù di ciò urge qui richiamare proprio la peculiarità di questi docenti: gli abilitati della disciplina A061 sono storici dell’arte, archeologi, ricercatori, professionisti della Conservazione e della Valorizzazione del Patrimonio Artistico, che in anni e anni di precariato non hanno mai smesso di mantenere vivo, per amore e per lavoro, un contatto forte con il modo dei Beni Culturali. Si tratta di docenti che, proprio per questa specificità, possono aprire le nostre scuole a un rapporto stretto e intenso con i territori di riferimento, possono favorire il dialogo e il collegamento delle scuole con le istituzioni culturali, possono spingere verso una comprensione delle relazioni fondamentali tra la cultura e i nuovi modelli di economia e sviluppo del territorio. A tal fine si fa presente che molti docenti della disciplina hanno sostenuto, nel corso dei propri studi, anche esami di legislazione, economia, restauro dei Beni Culturali, assimilando quindi una visione poliedrica e globale dell’immenso patrimonio italiano ed estero, che essi sono in grado di trasmettere alle nuove generazioni, anche in termini di percorsi scolastici inter e transdisciplinari.

Alla luce di queste considerazioni, il Comitato composto dai docenti di storia dell’arte (cdc A061)

CHIEDE

1) che il Governo e, in primis, il MIUR adottino tutti i provvedimenti necessari per ripristinare le ore tagliate di Storia dell’Arte e inoltre, potenziarne le offerte didattiche, cosicché i docenti di Storia dell’arte (classe A061) non vedano ancora una volta disintegrarsi le proprie aspettative e speranze, per poter svolgere quello che, se comunemente ritenuto un lavoro, per l’intera categoria rappresenta una missione educativa e un atto di amore e fiducia verso le nuove generazioni. 

Si fa presente che, alla luce dell’attuale piano assunzioni, i docenti iscritti in GAE per la materia A061 sono circa 1857, mentre sono soltanto 40 le cattedre disponibili sull’organico per le fasi di assunzione A e B. Infine il numero delle domande destinate alle predette fasi risulta essere 961.

APPARE LEGITTIMO QUINDI CHIEDERE: COME SI INTENDE ASSUMERE CHI HA PRODOTTO DOMANDA?

È evidente che un numero così limitato di cattedre disponibili, persino risibile, non lascia immaginare facilmente la possibilità di un potenziamento che giunga ad aumentare le assunzioni da 40 a 961, se non con un piano strategico ben guidato da principi precisi volti, tra l’altro, a tenere ben presenti anche i diritti dei docenti di Storia dell'Arte.

A ciò deve essere aggiunto un altro elemento: lo scarso numero di ore destinate all’insegnamento di Storia dell’arte nelle nostre scuole contrasta non solo con gli aventi diritto in GAE, ma anche con i diritti delle centinaia di nuovi abilitati (circa 800) che nell’ultimo biennio hanno seguito ben due cicli TFA (2012/2013 e 2014/2015) sulla classe A061. Va inoltre tenuto in debita e profonda considerazione che gli abilitati TFA, al Pari di quelli SSIS presenti in GAE, hanno sostenuto un lungo e difficile percorso selettivo, al quale è seguito un altrettanto lungo percorso formativo culminato nell’espletamento di una impegnativa prova d’esame finale. Ci auguriamo pertanto che il Ministero della Pubblica istruzione, con i bandi di abilitazione in Storia dell’Arte classe A061, dimostri, in un futuro quanto mai prossimo, di essersi mosso sulla base di una visione dell’insegnamento di questa materia adeguata alle esigenze della Scuola Italiana e della Nazione Italiana.

2) La sistemazione dell’annosa questione relativa alla titolarità in alcuni indirizzi scolastici della materia A061 “Storia dell'Arte” e della A025 “Disegno e storia dell'arte”.

Le due categorie di abilitati e le loro materie d’insegnamento sono in tutto differenti, nonostante le apparenti e facili ambiguità: quanto la prima è una materia umanistica e deve essere insegnata da storici dell’arte, archeologi e conservatori, tanto la seconda appartiene all’area tecnica ed è giustamente presente negli indirizzi scolastici dove prevale un taglio più tecnico e scientifico. Tale differenza è stata ribadita anche in sede di bando dei Cicli di TFA che, infatti, continuano a tenere ben distinte e separate le due aree di formazione e di abilitazione.

La riforma Gelmini aveva delineato in modo abbastanza netto gli istituti per l’una o l’altra disciplina, affidando i licei classici, artistici, coreutici, musicali, delle scienze umane e linguistici alla A061, proprio per il taglio umanistico degli stessi indirizzi.

Negli anni successivi, in forza di circolari ministeriali, nei Licei coreutici, musicali, delle scienze umane e linguistici, la disciplina “Storia dell'Arte” è stata considerata “materia atipica”, tale cioè, da poter essere insegnata anche dagli abilitati sulla cdc A025 “Disegno e Storia dell'Arte”. A tali docenti, dunque, veniva di fatto concessa la possibilità di insegnare una disciplina per la quale tuttavia non avevano conseguito abilitazione, trattandosi giuridicamente di due classi di concorso ben distinte per titoli di accesso, formazione e finalità. Così stando le cose chiediamo che nell’attuale fase di revisione delle classi di concorso tale ambiguità venga finalmente superata, con una distinzione netta tra le due discipline e i relativi ambiti di intervento, lasciando chiaramente alla “Storia dell'Arte” (cdc A061) tutti gli indirizzi liceali di taglio umanistico e gli indirizzi commerciali e turistici per i quali, in coerenza con quanto specificato nell’incipit la Storia dell’arte rappresenta altrettanto una disciplina cardine.

3) L'estensione della disciplina Storia dell’Arte (cdc A061) a tutti gli indirizzi della Scuola Secondaria di secondo grado come materia basilare del curriculum di ogni indirizzo scolastico.

Abbiamo a ragione fatto riferimento all’importanza dello studio della Storia dell’arte e al fatto che essa costituisce un tassello essenziale della formazione umana e civica di ogni essere umano e di ogni cittadino della Repubblica Italiana. Alla luce del nostro immenso patrimonio artistico, l’Italia ha il dovere di garantire tale formazione a tutte le future generazioni, considerando il linguaggio delle “testimonianze materiali”, ovvero la Storia dell’Arte, quasi la seconda lingua degli Italiani!

Da quanto detto risulta evidente la necessità pedagogico-didattica di rendere presente la Storia dell’Arte (cdc A061) tra le discipline previste nei trienni finali di tutti gli indirizzi scolastici, con programmi attinenti alla vocazione di ciascun indirizzo e di aumentare il monte ore nei Licei estendendolo all’intero quinquennio. Questo purtroppo, attualmente, non accade poiché:

  • nei Licei attualmente la Storia dell’Arte è presente in maniera esigua (spesso, come riferito nel punto 2, accompagnata dal disegno - cdc A025 - che conferisce quindi alla disciplina un carattere esclusivamente tecnico);
  • negli Istituti Tecnici la Storia dell’Arte attualmente è presente solo nell'indirizzo turistico, mentre sarebbe significativo e opportuno estendere la presenza della disciplina agli altri indirizzi, alla luce dell’alternanza scuola-lavoro che rende fondamentali i rapporti tra scuole, proloco, industrie ricettive, associazioni culturali, soprintendenze, musei, statali e non, rapporti che i docenti di Storia dell’Arte, come chiarito, sono in grado di garantire e gestire;
  • negli Istituti Professionali la Storia dell’Arte è stata eliminata dalla riforma Gelmini, riforma che, per quanto riguarda i quadri orari sia degli Istituti Tecnici che Professionali con sentenza n. 3527/2013 era stata annullata. A tal proposito rammentiamo inoltre che il Tar Lazio, sez. III bis con decisione n. 6438/2015 ha ordinato al MIUR di dare immediata esecuzione alla predetta sentenza, pena il commissariamento dello stesso. Ad oggi, tuttavia, non ci risulta che si sia dato seguito a tali ordinanze. Ci permettiamo, infine, di sottolineare come la scomparsa dell’insegnamento della Storia dell’Arte da istituti come quello Alberghiero o quello a indirizzo Moda costituisca una grave, se non paradossale mancanza. È evidente a tutti il rilievo “professionalizzante” che tale disciplina assume all’interno dei succitati indirizzi e istituti.

Gli effetti diseducativi di una così grave assenza dell’insegnamento della Storia dell’Arte sono tali da togliere integralità e compiutezza alla formazione della personalità dello studente, precludendogli la possibilità di studiare una disciplina che educa, attraverso la bellezza, al concetto di bene comune, di comprensione dei tratti culturali di un territorio, dei valori dell’ambiente e dei “saperi” tradizionali, dai quali la nostra migliore produzione artigianale e industriale trae forza vitale e slancio creativo. È chiaro che la riduzione e, in molti casi, il mancato studio della Storia dell’Arte produce un vulnus inammissibile nella formazione integrale dei nostri studenti che costituisce, pur nella varietà degli indirizzi disciplinari, il fine comune dell’azione didattica della Nostra Scuola.

                                                                                                           

Comitato Abilitati classe A061 (Storia dell’Arte)

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CFP CONVEGNI

CFP: "L’immagine delle stimmate. Incarnazione e rappresentazione della fede fra cultura figurativa e testuale " (scad. 04/05/2024)

CONVEGNO DI STUDI

L’immagine delle stimmate. Incarnazione e rappresentazione della fede fra cultura figurativa e testuale 

21-23 novembre 2024, Biblioteca Francescana Picena 

“San Giacomo della Marca”, Falconara Marittima, AN

a cura di Monica Bocchetta, Caterina Paparello, Lorenzo Turchi

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CFP RIVISTE

CFC: Musei e contesti, Collana editoriale "Le età del Museo", Ginevra Bentivoglio Editoria, Roma 2024 (scad. 12/05/2024)

CFC, Musei e contesti 

Collana editoriale Le età del Museo,

Ginevra Bentivoglio Editoria, Roma 2024

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NEWS

Ciclo di incontri IL MUSEO NEI LIBRI (Roma, marzo-maggio 2024)

Ciclo di incontri

IL MUSEO NEI LIBRI

a cura di Giovanna Capitelli, Silvia Cecchini, Mauro Vincenzo Fontana

Dipartimento di Studi Umanistici - Università Roma Tre

  Ilaria Miarelli Mariani (Direzione Musei Civici di Roma Capitale

 marzo-maggio_2024

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