La Cunsta, condividendo l'iniziativa del 7 maggio (si veda sotto), aggiunge che
riconosce che il precedente assetto del Mibact fosse bisognoso di riforma e dunque ritiene anacronistico rimpiangere una presunta età dell’oro. Dunque non può che apprezzare il tentativo di renderlo più aggiornato ed efficiente con un articolato disegno riformista.
Tuttavia deplora che la riforma non sia stata sostenuta da una meditata progettazione condivisa con gli stessi tecnici del Ministero e con altre forze intellettuali della società civile (a cominciare dall’Università), che avrebbe dovuto studiare la riorganizzazione degli uffici sul campo senza depotenziarne quelle peculiari funzioni di tutela che invece ora appaiono fortemente compromesse.
Molto preoccupante appare infatti la marginalizzazione delle competenze
tecniche, attiva a più livelli, che sembra tesa a sottrarre voce a coloro che dovrebbero essere i primi interlocutori della politica in tema di beni culturali e rischia di condizionare pesantemente la formazione delle nuove generazioni.
Non meno inquietante appare un indebolimento della tutela territoriale già avviato con il distacco dei musei autonomi, ora ribadito con la subordinazione alle prefetture e in ogni caso avallato da una divaricazione tra ricerca e tutela a vantaggio di una valorizzazione intesa in termini prevalentemente turistici e monetari.
Poiché molte sono le vie per lavorare in difesa del patrimonio culturale, la Consulta ritiene che dare un segnale forte di adesione a un’iniziativa pubblica come questa non sia in contraddizione con l’impegno di molti soci Cunsta all’interno di organismi ministeriali, nel segno del solo interesse supremo in cui tutti dobbiamo riconoscerci, la tutela del patrimonio italiano.
Il prossimo 7 maggio una grande manifestazione si svolgerà a Roma in difesa e per una piena e coerente attuazione dell’articolo 9 della Costituzione. Ne pubblichiamo qui l’appello:
Emergenza cultura. Salviamo l'articolo 9
Roma, 7 maggio 2016
www.emergenzacultura.org
Noi – cittadini italiani, donne e uomini impegnati con il nostro lavoro, stabile o precario, a produrre e diffondere cultura, membri delle associazioni professionali e delle associazioni per la tutela, studentesse e studenti delle università e delle scuole – denunciamo che «il paesaggio e il patrimonio storico e arti j